I frati Francescani dell’Atonement rispondono all’invito della veglia di preghiera #Together2023
Impegnati a promuovere lo spirito ecumenico nel mondo i frati partecipano all’incontro organizzato dalla Comunità di Taizé
“Together 2023 – Gathering of God’s People”. Questo è il titolo dell’incontro, organizzato dalla Comunità di Taizé in Piazza San Pietro – alla presenza capi delle Chiese, dei leader e delle delegazioni delle diverse tradizioni cristiane – per dire Dio, insieme, in tutte le lingue del mondo e abbracciare nella stessa preghiera i tanti carismi che arricchiscono la Chiesa.
I Frati Francescani dell’Atonement, impegnati fin dalla fondazione in prima persona a spargere semi di unità e a promuovere lo spirito ecumenico nel mondo, hanno risposto all’invito insieme a un gruppo di amici della fraternità per sottolineare l’importanza della chiamata alla comunione che, come Cristiani, dobbiamo perseguire.
La riflessione del Papa si è concentrata sull‘”importanza del silenzio nella vita del credente, nella vita della Chiesa e nel cammino dell’unità dei cristiani”.
“In un mondo pieno di rumore“, ha sottolineato il Santo Padre, ”non siamo più abituati al silenzio, anzi, a volte lo troviamo difficile da sopportare, perché ci mette a confronto con Dio e con noi stessi. Eppure è la base della parola e della vita.”
“La verità” ha aggiunto il Santo Padre, ”non ha bisogno di grida violente per raggiungere il cuore degli uomini. A Dio non piacciono i proclami e i clamori, le chiacchiere e il frastuono: Dio preferisce piuttosto, come fece con Elia, parlare nel “sussurro di una brezza leggera” (1Re 19,12), in un “filo sonoro di silenzio”.
E così anche noi, come Abramo, come Elia, come Maria, abbiamo bisogno di liberarci da tanto rumore per ascoltare la sua voce. Perché è solo nel nostro silenzio che risuona la sua Parola”.
L’unità dei cristiani ”cresce in silenzio davanti alla croce“. Per questo motivo, ha incoraggiato Francesco alla fine del suo discorso, ”chiediamo, nella preghiera imparare di nuovo a fare silenzio: ascoltare la voce del Padre, la chiamata di Gesù e il gemito dello Spirito.
Chiediamo che il Sinodo sia un “kairós” di fraternità, un luogo in cui lo Spirito Santo purifichi la Chiesa da chiacchiere, ideologie e polarizzazioni”.