FORMAZIONE
Testimonianze
Padre Jan, SA
Cosa mi ha spinto a diventare frate
Sono nato nella Polonia meridionale, nella regione industriale dell’Alta Slesia, molto popolata e vicino alla capitale Katowice.
Da un punto di vista ecclesiastico-amministrativo, essa faceva parte dell’Arcidiocesi di Cracovia, ma da una prospettiva spirituale era la casa di Nostra Signora di Piekary, conosciuta come la madre della giustizia e dell’amore sociale.
Naturalmente, la presenza del cardinale-arcivescovo di Cracovia Wojtyla ha aiutato a riunire tutte le persone laboriose (ad esempio carbonieri e lavoratori del ferro) insieme, quando il governo comunista era al potere. La sua influenza divenne ancora più significativa dopo che il conclave del 1978 lo elesse Papa, assumendo il nome di Giovanni Paolo II.
Storicamente la nostra regione era appartenuta alla Germania e poi alla Polonia, quindi spesso ha vissuto divisioni socio-politiche, partizioni e conflitti. Di conseguenza, sono cresciuto in una regione caratterizzata da una cultura mista, un dialetto distintivo e una forte divisione tra cattolici romani e luterani.
Con il senno di poi, “vivere sulla frontiera” è diventato per me, in senso figurato, una necessità e il tema della riconciliazione-guarigione della memoria è diventato molto importante nei miei rapporti con persone di diverse condizioni sociali, culture e tradizioni religiose. È proprio in questo contesto che è nato il desiderio della vita consacrata e del sacerdozio, così come di vivere con e tra gli emarginati, con e tra le persone di diverse denominazioni, religioni e visioni del mondo, che cercano di rispondere insieme alle questioni sociali del momento.
Il mio cammino fino a oggi
Negli ultimi 20 anni, soprattutto studiando, lavorando e vivendo nel Regno Unito, ho avuto molte opportunità di seguire questa chiamata spirituale: è stata una specie di intuizione. Come parte delle mie responsabilità contrattuali-lavorative con la provincia dei gesuiti britannici e la diocesi di Westminster, ho avuto il privilegio di sviluppare buoni rapporti con i seguenti gruppi presenti a Londra: Gurdwaras (Sikhismo), Mandir (induismo), Moschee (Islam) e Chiese cristiane (Anglicano, metodista e pentecostale).
La nostra priorità era quella di collaborare per il bene comune, condurre campagne di giustizia sociale e progetti che migliorassero la situazione dei migranti privi di documenti e denaro, dei detenuti presso il centro di trasferimento immigrati di Heathrow e i senzatetto che vivevano nelle strade di Londra.
Queste sfide quotidiane ecumeniche e interreligiose,le difficoltà, la sopravvivenza umana, il “vivere alle frontiere”, hanno risvegliato in me il vecchio desiderio di una vita consacrata e del sacerdozio. Ho deciso di contattare la Società dell’Atonement perché il suo carisma è profondamente in sintonia con le esperienze che ho brevemente condiviso in questa testimonianza.
I miei sogni e le mie perplessità
Il programma formativo svolto tra Roma (postulato e post-noviziato) e Assisi (noviziato) ha rafforzato il mio desiderio di vivere con i poveri e tra i poveri, ponendo l’accento sul lavoro per la guarigione della memoria nelle comunità divise.
Come vivo da quando sono entrato
Dopo aver professato i primi voti nella congregazione dei Frati Francescani dell’Atonement ad Assisi nel mese di febbraio 2020, sono giunto alla professione dei voti perpetui nel febbraio 2023. Nello stesso anno ho completato gli studi in Teologia Ecumenica e del Dialogo Interreligioso presso la Pontificia Università “San Tommaso d’Aquino” – Angelicum di Roma. A ottobre 2023 ho ricevuto l’ordinazione diaconale e, successivamente, quella presbiterale (sacerdotale) nel febbraio 2024.
Attualmente sono stato assegnato e risiedo a Graymoor (USA) nella comunità di “San Christopher’s Inn”, ministero dei Frati Francescani dell’Atonement impegnato in prima linea nell’offrire una possibilità di recupero a persone con problemi di dipendenza. Inoltre, presto servizio come collaboratore parrocchiale nella Parrocchia di “Our Lady of Loretto” di Cold Spring (New York).